Gli scienziati hanno scoperto la proprietà di una molecola simile all'insulina che può aiutare a controllare l'appetito

La microflora dell'intestino crasso contiene un gran numero di molecole. Una di queste è il peptide insulino-simile 5, il cui scopo è rimasto un mistero per gli scienziati fino a poco tempo fa. Come hanno dimostrato gli studi, questa molecola potrebbe essere utile nel trattamento della mancanza di appetito o dell'obesità.

Come hanno scoperto i ricercatori di una delle università degli Stati Uniti, il peptide insulino-simile 5 è coinvolto nella trasmissione al cervello dei segnali di sazietà o fame.

Un recente progetto di ricerca ha dimostrato che esiste una costante interazione tra cervello e intestino. Gli scienziati ora conoscono due ormoni che influenzano l'appetito. Il primo ormone si chiama grelina, e agisce a livello cerebrale, mentre il peptide insulino-simile 5 agisce direttamente nell'intestino.

Il team di ricerca ha condotto un esperimento su roditori, durante il quale a individui sani è stato iniettato il peptide insulino-simile 5, che ha stimolato l'appetito nei topi. L'effetto della molecola è iniziato circa 15 minuti dopo la somministrazione ed è durato per tre giorni. Allo stesso tempo, gli scienziati hanno notato che nei roditori da laboratorio geneticamente modificati, privi di recettori per il peptide insulino-simile 5, la stimolazione dell'appetito non si è verificata dopo la somministrazione della molecola.

Un gruppo di scienziati è riuscito a creare un peptide 5 insulino-simile artificiale, ovvero si è avvicinato allo sviluppo di un farmaco in grado di influenzare l'appetito. Gli scienziati ritengono di poter creare un rimedio che aiuti a sopprimere la sensazione di fame nei pazienti con diabete di tipo 2 o obesità. Inoltre, un effetto simile può essere utilizzato per sviluppare un farmaco per il trattamento di pazienti che necessitano di un buon appetito, ad esempio dopo la chemioterapia o nei pazienti affetti da HIV. Una caratteristica distintiva dei nuovi farmaci che saranno creati sulla base del peptide 5 insulino-simile è che non è necessario superare la barriera emato-encefalica, il che risolverà i problemi di somministrazione.

Il problema dell'obesità è diventato di recente sempre più rilevante. Un recente lavoro di scienziati di una delle università di medicina ha dimostrato che l'obesità non è sempre una patologia. Come hanno scoperto gli esperti, un enzima chiamato eme ossigenasi-1 è di fondamentale importanza nello sviluppo di disturbi metabolici. Il livello di questo enzima nel corpo umano può mostrare quanto l'obesità possa essere pericolosa in ogni singolo caso. Secondo le statistiche, quasi un quarto delle persone in sovrappeso ha un metabolismo normale, ovvero non è suscettibile allo sviluppo di diabete o processi infiammatori sistemici.

Gli esperti suggeriscono che il concetto di "obesità sana" esista davvero. Studi precedenti hanno dimostrato l'esistenza di un legame diretto tra disturbi metabolici e livelli di eme ossigenasi-1 nel fegato e nel tessuto adiposo. Inoltre, i risultati di studi sui gemelli hanno dimostrato che nei disturbi metabolici sono presenti più enzimi nel corpo umano.

Studi su roditori da laboratorio hanno dimostrato che, in assenza di eme ossigenasi-1, il livello dei marcatori di infiammazione diminuisce. Quando il gene viene rimosso dal fegato, anche con un'alimentazione eccessivamente calorica, l'organo funziona normalmente e non si è osservata una diminuzione dell'insulina.

Gli scienziati ritengono che sia l'enzima eme ossinasi-1 a provocare l'infiammazione e la sindrome metabolica.

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