I farmaci per la prostata ingrossata possono anche proteggere dalla demenza a corpi di Lewy

Un nuovo studio suggerisce che alcuni farmaci comunemente usati per trattare l'ipertrofia prostatica benigna possano anche ridurre il rischio di sviluppare demenza a corpi di Lewy (DLB). I risultati osservazionali possono sembrare sorprendenti, ma rispecchiano un precedente lavoro di un team dell'Università dell'Iowa Health che collegava questi farmaci a un effetto protettivo in un'altra malattia neurodegenerativa, il morbo di Parkinson. I nuovi risultati sono stati pubblicati online sulla rivista Neurology.

I ricercatori dell'UI ritengono che l'effetto collaterale specifico di questi farmaci sia mirato a un difetto biologico comune alla DLB e al morbo di Parkinson, nonché ad altre malattie neurodegenerative, il che solleva la possibilità che abbiano un ampio potenziale per curare una varietà di condizioni neurodegenerative.

"Malattie come la demenza a corpi di Lewy, il morbo di Parkinson o l'Alzheimer sono debilitanti e non disponiamo di trattamenti efficaci in grado di modificarne il decorso. Possiamo trattare i sintomi, ma non possiamo rallentare la malattia stessa", spiega l'autore principale dello studio, il Dott. Jacob Simmering, professore associato di medicina interna presso l'UI.

"Uno degli aspetti più entusiasmanti di questo studio è che stiamo riscontrando lo stesso effetto neuroprotettivo che abbiamo osservato nel morbo di Parkinson. Se esiste un meccanismo protettivo ad ampio raggio, questi farmaci potrebbero potenzialmente essere utilizzati per gestire o prevenire altre malattie neurodegenerative."

La DLB è una malattia neurodegenerativa che causa un significativo e rapido declino cognitivo e demenza. Sebbene meno comune del morbo di Parkinson, la DLB colpisce circa una persona su 1.000 all'anno e rappresenta dal 3 al 7% di tutti i casi di demenza. Poiché l'invecchiamento è un fattore di rischio chiave per la DLB, è probabile che la malattia diventi più comune con l'invecchiamento della popolazione.

Per il nuovo studio, i ricercatori dell'UI hanno utilizzato un ampio database di informazioni sui pazienti per identificare più di 643.000 uomini senza una storia di DLB che hanno iniziato ad assumere uno dei sei farmaci utilizzati per trattare l'iperplasia prostatica benigna (ingrossamento della prostata).

Tre farmaci, terazosina, doxazosina e alfuzosina (Tz/Dz/Az), hanno un effetto collaterale inaspettato: possono aumentare la produzione di energia nelle cellule cerebrali. Studi preclinici suggeriscono che questa capacità possa contribuire a rallentare o prevenire malattie neurodegenerative come il Parkinson e la DLB.

Altri farmaci, la tamsulosina e due inibitori della 5-alfa reduttasi (5ARI), finasteride e dutasteride, non aumentano la produzione di energia nel cervello e pertanto costituiscono un buon termine di paragone per l'effetto dei farmaci Tz/Dz/Az.

Il team ha poi seguito gli uomini dall'inizio dell'assunzione dei farmaci fino alla loro eliminazione dal database o allo sviluppo della demenza a corpi di Lewy, a seconda di quale evento si fosse verificato per primo. In media, gli uomini sono stati seguiti per circa tre anni.

Poiché tutti i partecipanti sono stati selezionati per iniziare ad assumere farmaci per trattare la stessa condizione, i ricercatori hanno ritenuto che gli uomini fossero probabilmente simili tra loro all'inizio del trattamento. I ricercatori hanno anche abbinato gli uomini utilizzando punteggi per caratteristiche come età, anno di inizio dell'assunzione dei farmaci e altre condizioni mediche presenti prima dell'inizio del trattamento, per ridurre ulteriormente le differenze tra i gruppi.

"Abbiamo scoperto che gli uomini che assumevano Tz/Dz/Az avevano meno probabilità di sviluppare una diagnosi di demenza a corpi di Lewy", afferma Simmering. "Nel complesso, gli uomini che assumevano farmaci come la terazosina avevano un rischio inferiore di circa il 40% di sviluppare una diagnosi di DLB rispetto agli uomini che assumevano tamsulosina e un rischio inferiore di circa il 37% rispetto agli uomini che assumevano inibitori della 5-alfa-reduttasi".

Si è trattato di uno studio osservazionale e pertanto i risultati mostrano solo un'associazione tra il trattamento con Tz/Dz/Az e un rischio ridotto di sviluppare DLB, piuttosto che una relazione di causa ed effetto.

Inoltre, lo studio ha incluso solo uomini perché i farmaci sono prescritti per problemi alla prostata, il che significa che i ricercatori non sanno se i risultati siano applicabili anche alle donne. Tuttavia, Simmering e i suoi colleghi sono entusiasti del potenziale di questi farmaci, che sono già approvati dalla FDA, poco costosi e utilizzati in sicurezza da decenni.

"Se la terazosina e farmaci simili possono aiutare a rallentare questa progressione, se non addirittura a prevenire completamente la malattia, sarebbe importante preservare la funzione cognitiva e la qualità della vita nelle persone affette da DLB", conclude Simmering.