L'idrocefalo può essere provocato da virus

Gli scienziati della Duke University hanno scoperto che lo sviluppo dell'idrocefalo può essere provocato da virus che attaccano le cellule cerebrali. Il progetto di ricerca è stato guidato dai professori Kadar Abdi e Chai Kuo.

Le cellule ependimali sono cellule epiteliali della neuroglia che rivestono i ventricoli cerebrali. Grazie a loro, o meglio, grazie alle ciglia presenti su queste cellule, viene mantenuta la circolazione del liquido cerebrospinale. Inoltre, queste cellule interagiscono con le cellule staminali neurali, determinando un ruolo chiave nella prevenzione dell'idrocefalo , una condizione in cui il liquido cerebrospinale si accumula all'interno del cervello. Questa condizione, altrimenti detta idropisia, accompagna diverse malattie neurologiche di tipo congenito e acquisito. Oggi esiste un solo modo per correggere l'idrocefalo: la derivazione per creare uno sbocco per il liquido accumulato. Ma questo trattamento è tutt'altro che sempre efficace. Pertanto, gli scienziati si sono posti l'obiettivo di trovare un nuovo metodo terapeutico più efficace.

All'inizio dell'esperimento, gli scienziati stavano coltivando cellule ependimali per studiarne l'importanza nella creazione di cellule staminali neurali. Nel corso del lavoro, si è scoperto che le cellule ependimali mature nei roditori richiedono una sintesi continua del fattore di trascrizione Foxj1 per mantenere la propria forma e funzionalità. Senza questo fattore, le cellule perdono le ciglia, degradandosi prima del periodo iniziale dello sviluppo.

Come hanno scoperto gli scienziati, la sintesi del fattore di trascrizione si blocca sotto l'influenza di virus, che sono in grado di causare molte gravi patologie cerebrali, tra cui l'idrocefalo. Studi successivi hanno dimostrato che l'introduzione di cellule contenenti una sostanza medicinale che stimola la sintesi del fattore nelle strutture cerebrali porta al ripristino della funzionalità e del numero delle cellule ependimali.

Dopo un'analisi completa del lavoro svolto, gli scienziati hanno suggerito che le sostanze medicinali in grado di normalizzare la sintesi del fattore di trascrizione possano essere utilizzate con successo per trattare l'idrocefalo. Tuttavia, non sono ancora stati condotti studi clinici da parte di specialisti.

Al momento, gli specialisti sono pienamente convinti dell'importanza della loro ricerca: ad esempio, nessuno era mai stato in grado di determinare che la sostanza proteica Foxj1 si decomponesse entro due ore. Ciò significa che le cellule ependimali, sotto l'influenza della sostanza enzimatica IKK2, attivano la produzione del fattore di trascrizione. E alcuni tipi di virus (in particolare, il virus dell'herpes) possiedono un meccanismo per bloccare questa sostanza enzimatica, quindi il loro effetto sul cervello è molto maggiore di quanto si pensasse in precedenza.

I risultati completi dello studio sono stati pubblicati su Nature Communications (https://www.nature.com/articles/s41467-018-03812-w).

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